Ai cari amici
Prof. Francesco D’Andria
e Prof. Antonio Costantini

Presicce, Il Pagliarone più bello del Salento (1802 ?).

“Pagliari Salentini” è un tema affascinante che ho sviluppato su suggerimento dell’amico Francesco D’Andria, Professore Emerito dell’Università del Salento, impegnato negli scavi di Acquarica di Lecce, dove sono emerse le tracce di un antico pagliaro nel fondo “Pozzo seccato”, in una zona particolarmente ricca di questi monumenti della civiltà della pietra, lungamente studiata dal caro amico Prof. Antonio Costantini. Propongo qui di seguito un centinaio di immagini di “pagliari salentini”, tra le oltre mille presenti nel mio archivio. Tra i pagliari più antichi quelli di S. Donato (1550), Trepuzzi (1583) e Lizzanello (1663); numerosissimi e spesso molto eleganti sono i pagliari costruiti nell’800; a Galugnano ne è stato individuato uno dov’è scritto che il “pagliaro” è stato fabbricato nel 1851.
* Oltre agli amici segnalati nel testo che segue, devo ringraziare particolarmente per alcune informazioni i miei cari alunni: Ludovico Maggio (1D Informatica dell’I.I.S.S. “E. FERMI” di Lecce) di Lecce, per la segnalazione del bellissimo pagliaro ottocentesco situato nel Comune di Lecce (nei pressi della Masseria La Lizza) e soprattutto Santino Cafaro (S.C. nelle didascalie) (1A Areonautica dell’I.I.S.S. “E. FERMI” di Lecce) di San Donato, per avermi segnalato una serie incredibile di interessantissimi pagliari presenti tra San Donato e Galugnano, tra questi, durante alcuni sopralluoghi con il mio bravissimo alunno, ho individuato forse il pagliaro con la datazione più antica: “1550”.

San Donato, uno dei più antichi pagliari (1550).

Acaja (Vernole), Pagliarone detto “Il Bello” (1822).

Il disegno dello stesso Pagliarone ad opera dell’amico Antonio Monte, nell’ambito di una interessante pubblicazione che l’amico Michele Mainardi ha voluto dedicarmi (dopo 24 anni…), al termine di una bella passeggiata nella Valle dell’Idro.

Melendugno, Pagliarone (1833).

Galugnano, Pagliaro (1859).

Lecce, Pagliarone nei pressi della Masseria Lizza (1871).

Melendugno, in ricordo di Adriana…

Ringrazio per la segnalazione di questo bellissimo complesso di tre pagliari, sito nei pressi della Chiesa di San Niceta a Melendugno) gli amici Dott. Lorenzo Capone ed il Sig. Lillino Baldassarre.

* Tutte le immagini appartengono all’Archivio dell’Ing. Gianni Carluccio e ne è vietato l’utilizzo senza il consenso dell’Autore.

Alessano (Villaggio Le Matine).

Bagnolo del Salento.

Cannole.

Castrignano dei Greci, Pagliaro con aia ed all’interno balle di paglia.

Cavallino.

Cavallino, edicola votiva, nei pressi del Parco Archeologico.

Pagliari nei pressi della Torre di Zeus (Area Archeologica della città messapica di Cavallino).

Copertino.

Galugnano, Pagliaro ottocentesco.

Pagliari nei pressi della Cappella della Madonna della Neve (1932).

Pagliaro con nicchie votive dedicate a S. Antonio e S. Giuseppe (S.C.).

Pietra incisa il 17.12.1950, con le iniziali P.P. e A.S. e la scritta “W LA D.C.”.

Pagliaro del 1851 (S.C.).

L’iscrizione ci informa che nel 1851 è stato fabbricato il “pagliaro”.

Pagliaro del 1937 (S.C.).

Giuggianello, antico riparo nei pressi del Menhir “Croce caduta”.

Caratteristico Pagliaro datato 1873.

Sulla destra si legge chiaramente la data del 1871.

Qualcuno ha voluto lasciare traccia del suo passaggio il 31.12.1953.

Il graffito di un carramato inciso da qualche soldato del vicino poligono di Torre Veneri.

L’ “occhio” del Pagliarone.

Dall’alto del pagliarone lo sguardo domina sul territorio circostante fino a Lecce.

Lizzanello, Pagliarone seicentesco a sezione quadrata con inciso, al centro in alto, il nome del costruttore e la data.
* Ringrazio per questa segnalazione il caro amico Editore Prof. Lorenzo Capone.

“Maestro Oronzo Ingrosso, 1663”.

Maglie, carbonara.

Martano, Pagliaro nei pressi della Specchia dei Mori.

“A.D. 1833, Maestro Biagio De Ca…”.

Pagliaro ottocentesco a sezione quadrata, con la volta crollata e con motivo decorativo sulla porta d’ingresso.

All’interno del motivo decorativo a tempietto si legge con difficoltà: “T.V. / A.D. 1883”.

Pagliaro nei pressi di un aranceto.

Nardò.

Ortelle, Pollaio.

Otranto, riparo costiero nei pressi di Porto Badisco.

Patù, Pagliarone detto di “Papa Fedele” (sulla porta in legno incisa la data: A.D. 1861).

Pagliaro con forno.

Vaste (Poggiardo), Pagliaro cinquecentesco sulla strada per Vitigliano.

Presicce, Pagliarone, probabilmente ottocentesco, nei pressi della Specchia di Pozzomauro.

Sull’architrave della porta d’accesso si intravede un graffito: forse “A.D. 1802”.

Interno del Pagliarone con il caratteristico “occhio”.

Il Pagliarone è alto quasi dieci metri (foto del caro amico Lorenzo Capone).

Caratteristico Pagliaro nel territorio di Presicce.

Ruffano, Il cosiddetto “Trullo Ferrante” del 1821.

“M.o Oronzo Martina – A.D. 1821”.

L’Ing. Gianni Carluccio posa su uno dei due pagliari (quello a forma di nave rovescia) costituenti il cosiddetto Trullo Ferrante (foto del Prof. Salvatore Sciurti).

Salve, Pagliaro ristrutturato.

Salve, Pagliari in prossimità della costa.

Ad un’attenta lettura, la data incisa all’interno del riquadro rafforzato sembra essere “1550”. Tra l’altro, a poca distanza, nella parte alta del Menhir della Lete (Galugnano) sembra leggersi la data del 1551.

Altro Pagliaro con un’interessante scala-rifugio all’interno (S.C.).

Anche questo interessante Pagliaro mi è stato segnalato dal caro alunno Santino Cafaro di San Donato

La finestra e l’occhio del Pagliaro.

Altro antico Pagliaro nei pressi di una piccola cava (S.C.).

Singolare motivo decorativo a croce presente sulla sommità di questo pagliaro (S.C.).

Santa Cesarea Terme, singolari Pagliari di recente costruzione (ringrazio per la segnalazione il caro amico Prof. Maurizio Nocera).

Specchia, Pagliaroni lungo la strada per Presicce.

Trepuzzi, antico Pagliaro nei pressi dell’antica “villula” del Galateo, con innumerevoli croce incise sui blocchi in pietra leccese che costituiscono il vano d’accesso.

Altro Pagliaro, in c.da “Pagliara”, con incisa sulla sommità la data “1583”.

Taurisano.

Ugento, caratteristica abitazione contadina in pietra.

Mensole porta-oggetti poggiano sulle cosiddette “mpise”.

Acaja (Vernole), Pagliarone detto “Il Bello” del 1822 (ringrazio per la segnalazione l’amico Prof. Michele Mainardi, autore di una breve pubblicazione su questo interessante Pagliarone).

Pagliaro novecentesco in prossimità del villaggio preistorico in c.da “La Franca” (sopralluogo con il Prof. Francesco D’Andria).

Acquarica (Vernole), l’ambiente rupestre in prossimità dell’area archeologica di “Pozzo seccato”.

ù

Il Prof. Francesco D’Andria con il Prof. Antonio Costantini (uno dei maggiori studiosi del paesaggio salentino della pietra) discutono nei pressi dei resti di un’antica pagliara all’interno della zona archeologica di “Pozzo seccato”.

Altri pagliari nei pressi di Acquarica.

L’amico Architetto Fulvio Rizzo osserva un pagliaro, forse settecentesco. Nell’estate del 2000 eravamo impegnati in un progetto voluto dal Comune di Vernole per la costituzione di un Parco Archeologico-Ambientale nei pressi di Acquarica.

Forse la data incisa sull’architrave della porta d’ingresso del pagliaro rimanda al ‘700.

Pagliari in crollo.

Vanze, un imponente pagliaro a sezione quadrata. Sullo sfondo si possono notare i Monti Acrocerauni dell’Albania.

Altri pagliari nel territorio di Vanze.

Riserva Naturale dello Stato “Le Cesine” (Vernole), c.da “Pagliare”.

L’Ing. Gianni Carluccio utilizza il Pagliaro delle Cesine per fotografare aironi e garzette… (foto del caro amico Pierluigi Bolognini, compagno di varie campagne fotografiche…).

Pagliari a sezione quadrata nei pressi di Acquarica.

Egnazia (BR), antico pagliaro costruita riutilizzando i blocchi delle mura messapiche.

Suggestivi pagliari, lungo la strada Lecce-Bari (a nord di Polignano a mare), concludono il nostro affascinante viaggio.

COMMENTI

Francesco D’Andria il 8 maggio 2016 alle 12:48 scrive:
Dobbiamo essere grati per il lavoro straordinario che Gianni Carluccio conduce senza sosta per raccontarci questo Salento magico. Il lavoro sull’architettura in pietra a secco rivela tante novità e sorprese e costituisce un vero repertorio di riferimento, specie ora che gli scavi a Pozzo Seccato di Acquarica ci permettono di datare al VI sec. d.C. i resti archeologici di quello che ritengo il più antico “pagliaro” della Puglia. Grazie Gianni e buon lavoro per tutto quello che ancora saprai offrirci!
Francesco D’Andria

G. Carluccio il 8 maggio 2016 alle 13:29 scrive:
Caro Professore, caro Francesco, non ho parole. Il tuo commento mi riempie di gioia. Sono commosso, grazie per i tuoi insegnamenti.
Un abbraccio affettuoso, Gianni

Nico Guarini il 9 maggio 2016 alle 21:10 scrive:
Caro Gianni, bellissima e affascinante sequenza di immagini che raccontano la storia di queste suggestive costruzioni realizzate in pietra a secco.
Davvero complimenti!
Nico

G. Carluccio il 10 maggio 2016 alle 07:29 scrive:
Grazie caro Nico,
i pagliari rappresentano una delle tante belle realtà del nostro Salento.
Un abbraccio, Gianni

G. Carluccio il 10 maggio 2016 alle 21:01 scrive:
Se non riuscite a lasciare un commento, inviatelo via mail a gianni.carluccio@alice.it

G. Carluccio il 25 maggio 2016 alle 17:54 scrive:
Caro Prof. Carluccio, grazie di avermi fatto partecipe del suo interessante e appassionante lavoro svolto, che ha suscitato in me un interesse per queste magnifiche strutture realizzate in pietra a secco, che prima per me erano solo dei comuni pagliari, insignificanti, ma grazie a lei ho capito quanto sono importanti segnando una storia nel nostro magnifico Salento.
Un abbraccio affettuoso,
Santino Cafaro 1A T.L.
(da mail)

G. Carluccioil 25 maggio 2016 alle 18:15 scrive:
Grazie caro Santino, sei stato bravissimo.

G. Carluccio il 25 maggio 2016 alle 19:58 scrive:
Buonasera professore,la ringrazio per avermi citato nell’articolo del suo sito e soprattutto la ringrazio per avermi coinvolto nella sua ricerca dei pagliari.
La ammiro per la sua voglia di ricercare resti della storia della nostra Puglia, molti ormai dimenticati.
Buona serata!
Ludovico Maggio 1D Inf.
(da mail)

G. Carluccio il 25 maggio 2016 alle 19:59 scrive:
Grazie caro Ludovico, sei stato bravissimo a segnalarmi uno dei pagliari più belli.
Grazie!