* Alla mia cara mamma, Silvana Schipa ed alla memoria di mio zio Luigi Carluccio.
** A sei anni, nel 1958, ascoltai sul giradischi di mio zio Luigi (zio Gino), per la prima volta, Domenico Modugno in “Nel blu dipinto di blu” e fui subito rapito dalla sua straordinaria voce. Gianni Carluccio.
Ieri sera 16 Dicembre 2012, alle 21.10 è andato in onda su RAIUNO un programma speciale su Domenico Modugno dal titolo: “Penso che un sogno così…”, ottimamente condotto da Massimo Giletti, presenti negli studi di Napoli, oltre a Massimo Ranieri, Enrica Bonaccorti, Lino Banfi ed il critico musicale Mario Luzzato Fegiz.
Si è molto parlato di Puglia, di Salento e di Lecce soprattutto con Lino Banfi, Emma e con Giuliano dei Negramaro, che si è esibito nell’insuperabile successo del nostro Mimmo Modugno: “Meraviglioso”.
La visione di uno stralcio del programma “Piacere Raiuno” condotto da Toto Cutugno (con Simona Marchini e Piero Badaloni), relativamente alla puntata trasmessa dal Teatro Politeama Greco di Lecce il 16 Aprile 1991, presente in studio l’amico Franco Simone, e soprattutto la telefonata in diretta di Mimmo Modugno, che parlava in salentino (alla quale avevo assistito “in diretta”), mi hanno spinto a pubblicare qualche ricordo tratto dal mio Archivio per rendere omaggio alla “salentinità” di Domenico Modugno, Stella di Prima Grandezza tra i Pugliesi più famosi al mondo, assieme al Grande tenore leccese Tito Schipa (mio parente) ed all’amico Al Bano, suo “figlioccio”.
(* Alcune immagini si debbono alla cortesia dell’amico Mimì Modugno, nipote di Mimmo, ed all’Associazione Culturale Domenico Modugno di San Pietro Vernotico, della quale mi onoro di far parte; l’immagine del numero unico satirico leccese “La Carrozza” si deve alla cortesia del suo Direttore, Dott. Ruggero Vantaggiato; altre immagini sono tratte da internet).
* Tutte le immagini appartengono all’Archivio dell’Ing. Gianni Carluccio e ne è vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore.
Domenico Modugno è nato a Polignano a Mare (BA) alle ore 15 del 9 Gennaio 1928 da Cosimo Modugno e Pasqua Lo Russo; dall’età di 6 anni e mezzo fino a 21 anni ha vissuto con la sua famiglia a San Pietro Vernotico (BR). Nel 1947 decide di partire per Torino, che per “Mimino” rappresenta la RAI, per poi trasferirsi definitivamente a Roma nel 1949. Dieci anni dopo essere stato colpito da un ictus cerebrale (12 Giugno 1984, presso gli Studi di canale 5 a Milano), e dopo un collasso che lo aveva colpito mentre viaggiava su un aereo che lo riportava in Italia da New York (21 Novembre 1991), dove aveva tenuto un memorabile Concerto, muore per un attacco cardiaco a Lampedusa, la sera di Sabato 6 Agosto 1994 alle ore 20.30; aveva 66 anni.
Quella sera “voleva rimettere in mare una tartaruga ammalata. Un esemplare di una specie in via d’estinzione protetta dagli ambientalisti del WWF, che si trovava nell’oasi naturale di Lampedusa. Un tenero gesto, carico di significati simbolici, che tuttavia gli è costato la vita.
Un tragitto pesante fatto a piedi, muovendosi con il bastone, lungo un “saliscendi” sterrato di Lampedusa; la delusione dopo la fatica, perché la testuggine era già stata accompagnata in mare da alcuni ambientalisti, senza che lo avessero aspettato; una vivace e burbera protesta, alla maniera di “mister volare”. Poi il dolore al petto appena a casa: nel giardino della villa si consumava infine la tragedia” (Mimmo Pacifici, GENTE, 22 Agosto 1994, pp.6, 10).
NEL BLU DIPINTO DI BLU (VOLARE)
Domenico Modugno – Franco Migliacci,
1 Febbraio 1958
Penso che un sogno così non ritorni mai più
mi dipingevo le mani e la faccia di blu
poi d’improvviso venivo dal vento rapito
e incominciavo a volare nel cielo infinito
Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù
e volavo, volavo felice più in alto del sole
ed ancora più su
mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù
una musica dolce suonava soltanto per me
Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù
ma tutti i sogni nell’alba svaniscon perché
quando tramonta la luna li porta con sé
ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli
che sono blu come un cielo trapunto di stelle
Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
e continuo a volare felice più in alto del sole
ed ancora più su
mentre il mondo pian piano scompare negli occhi tuoi blu
la tua voce è una musica dolce che suona per me
Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
con te.
Franco Simone e Toto Cutugno, Lecce Teatro Politeama Greco, 16 Aprile 1991 (Piacere Raiuno), mentre chiama in diretta Domenico Modugno, che si rivolge a Toto Cutugno con un “Toto, vuei” e poi saluta Franco Simone, mentre il pubblico in standing ovation intona “Volare”. Ancora Mimmo rivolto al conterraneo Franco Simone (il bravissimo artista e caro amico è di Acquarica del Capo, in Provincia di Lecce) dice: “Lui lo sa che io lo ammiro” e poi in stretto dialetto salentino “Mannaggia chi t’ha straiu” e poi continua: “Oggi mi avete fatto un grande regalo, anche “l’uomo in frack” è andato molto, molto bene” e Toto Cutugno replica: “Ma l’ha cantato il pubblico assieme a me…” e lo interrompe Mimmo: “i leccesi, i paesani de Santu Ronzu” (Sant’Oronzo è il Patrono di Lecce, n.d.r.). La telefonata si conclude con un “Ciao, Ciao bambina” intonato dal pubblico leccese, mentre il Grande Mimmo manda i saluti “a tutta la Puglia”.
* Questo ricordo per me è indimenticabile e testimonia l’affetto di Domenico Modugno verso la terra salentina, che tanto ha amato e che tanto gli deve; basta ascoltare le sue canzoni che non sono in dialetto siciliano (come ha lasciato credere l’LP che pubblico qui sotto), ma salentino, un pò rimaneggiato….
… ed ora alcuni spartiti musicali ricevuti in dono dal Prof. Francesco D’Andria, ottimo fisarmonicista, nonché Docente dell’Università del Salento, Direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia della stessa Università e Capo Missione Italiana per gli scavi di Hierapolis di Frigia in Turchia, che ringrazio per la solita squisita gentilezza (12.3.2013).
* Da notare che inizialmente Modugno viene definito “chitarrista siciliano”, subito dopo La Gazzetta “scopre” che è nato a Polignano (Bari) e vissuto a San Pietro Vernotico (Brindisi).
(copyright ARCHIVIO ING. GIANNI CARLUCCIO)
L’immagine di copertina de “LA CARROZZA” del 26 Agosto 1972, testimonia l’esibizione di Domenico Modugno in Piazza Sant’Oronzo a Lecce, in occasione delle feste per il Patrono della città. Domenico Modugno, Giovedì 24 Agosto 1972, canta per quasi due ore a partire dalle 23 e intervalla l’esecuzione delle sue indimenticabili canzoni con dialoghi con il pubblico leccese, in dialetto salentino…
Per la prima volta l’Arcivescovo di Lecce permette che un cantante di musica leggera si esibisca in Piazza Sant’Oronzo, in occasione della festa del patrono della Città. Negli anni precedenti era stato permesso a Tito Schipa di cantare l’Ave Maria di Schubert, alle quale il tenore leccese aveva messo sue parole.
Nella vignetta disegnata da Gianfranco Belfiore (che riproduco grazie alla cortesia del Direttore, Dott. Ruggero Vantaggiato) si riconoscono in alto a destra Mons. Francesco Minerva e poi da sin.: gli Assessori Marti, Anguilla, il Sindaco Capilungo, l’Assesore Maddalo e Domenico Modugno che canta Volare… Cover band “Nunzio e i Messia”, tra i quali mi piace ricordare e ringraziare il Sassofonista, nonché caro Amico e Collega Prof. Dario Spedicato.
Domenico Modugno e il suo paese nel Salento: San Pietro Vernotico.
* Dedico questo lavoro su San Pietro Vernotico, dove Domenico Modugno ha vissuto per 15 anni, a Marcello Modugno ed alla sua famiglia; a Mimì Modugno ed ai suoi familiari, che vivono a San Pietro Vernotico; al Prof. Cesare Augusto Marangio, autore del pregevole Volume: Domenico Modugno. San Pietro Vernotico un paese “troppo stretto” (Edizioni Minigraf, Campi Salentina 2007), che mi è stato di notevole aiuto nel riconoscimento dei luoghi; ai soci dell’Associazione Culturale Domenico Modugno, della quale mi onoro di far parte ed in particolare a Salvatore Negro detto “lu marcantieddru”, fedele amico di Mimino Modugno; a tutti i Cittadini sampietrani, compresa mia nipote Martina Caracciolo ed il caro Antonio Maggio, amico di mia figlia Arianna, neo-vincitore della sezione Giovani del Festival di Sanremo 2013, che pur essendo di Squinzano, il paese del grande Nicola Arigliano, è nato proprio a San Pietro Vernotico, il paese di Domenico Modugno; al Sindaco ed agli Amministratori Comunali, all’ex Sindaco Dott. Giampiero Rollo, mio caro amico; alla Prof.ssa Caterina, figlia dell’ex Sindaco Cav. Angelo Maiolino; ai Vigili Urbani che hanno raccolto l’eredità del Comandante Cosimo Modugno, papà di Domenico ed in particolare a Roberto Mariano per l’aiuto “sul campo” e per la segnalazione del film “Tutto è Musica”; ai titolari degli storici Caffè Roma e Bar Venezia ed infine ai miei tanti alunni sampietrani, che ho avuto nel corso dei tanti anni di insegnamento presso l’I.I.S.S. “E. Fermi” di Lecce, ed in particolare a Mattia Tafuro, Cristian Blasi, Piero Alemanno e Mattia Greco, miei alunni nel corso del presente a.s. 2012-2013, che mi hanno aiutato in questi ultimi giorni, fornendomi anche una “preziosa” carta topografica, assieme al collega e amico Don Giovanni Serio, sampietrano, con il quale ho avuto lunghi colloqui intorno alla vicenda Domenico Modugno – San Pietro Vernotico. Permettetemi infine una dedica a mio cugino Tito Schipa Jr., grazie al quale ho avuto il piacere di conoscere il caro e bravo artista Marcello Modugno e ad Adriana Ruvolo, consorte di Tito Schipa Jr. (siciliana come Franca Guarnacci, in arte Franca Gandolfi, moglie di Mimmo) ed amica della famiglia Modugno.
Gianni Carluccio,
Responsabile Archivio Tito Schipa
12 Febbraio 2013
* Nella pianta fornitami dai miei alunni e dal Comando dei Vigili Urbani, ho cercato di localizzare le residenze della famiglia Modugno ed i luoghi maggiormente frequentati da Mimino Modugno.
* Nella zona detta del “Ponte Grande”, nei pressi dell’attuale Piazza Modugno, si riunivano Mimino Modugno ed i suoi amici per suonare, cantare e divertirsi. I compagni lo chiamavano “Mimino lu pacciu” (“Mimino il pazzo”) perché non voleva studiare e di notte, visto che a casa dava fastidio, prendeva la fisarmonica e andava a suonare in un campo al buio, a volte fino alle tre di notte!
* dal Volume di Cesare Augusto Marangio, prodotto dall’Associazione Fan Club Domenico Modugno di San Pietro Vernotico: Domenico Modugno. San Pietro Vernotico un paese “troppo stretto”, Edizioni Minigraf, Campi Salentina 2007, Archivio Mimì e Pasquita Modugno.
Il legame di Domenico Modugno con il Salento e la Puglia.
* a cura di Gianni Carluccio.
“Io sono legato a tutto ciò che è Sud, innanzitutto, senza essere un separatista, sia ben chiaro; però la Puglia, in particolare, è la mia vita, perché sono nato lì, vissuto lì e il mio cuore sta lì e devo dire che l’80% dell’ispirazione artistica, se si può dire così, di tutto quello che ho fatto, nasce in Puglia.
Anche se hanno detto che sono Siciliano, che non è vero, però le mie canzoni erano in dialetto pugliese di San Pietro Vernotico, Provincia di Brindisi, che rassomiglia molto al siciliano; allora mi hanno scambiato per Siciliano.
Non c’è bisogno che ve lo dica quanto amo la Puglia tutta intera, poi i Pugliesi: è la mia vita, il mio sangue; qui c’è sangue pugliese quindi [indicando le sue mani, n.d.r.], poi da 8-10 generazioni; quindi non posso che amarla e adorarla sempre!”
* trascrizione a cura dell’Ing. Gianni Carluccio, Responsabile dell’Archivio Tito Schipa.
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Dal Volume del Preside Cesare A. Marangio ancora due testimonianze autorevoli del suo affetto per il paese d’origine:
“Per il primo anniversario della morte di Domenico Modugno, San Pietro Vernotico ricorda, in una serata memorabile [a Campo di Mare, nell’estate del 1995, n.d.r.], la scomparsa di Mimino Modugno …
Presenti la moglie di Modugno, Franca Gandolfi, il figlio Massimo, il fratello Giovanni ed i nipoti che da sempre vivono a San Pietro Vernotico …
« Io qui sento Mimmo, ha detto Franca Gandolfi, e qui che lui ha voluto tornare dopo il successo di San Remo nel 1958. Lui si sentiva sampietrano ». E Massimo Modugno « A noi bambini ci parlava sempre del suo paese. I suoi ricordi ne erano pieni » ”.
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Domenico Modugno e il Salento
* appunti a cura di Gianni Carluccio
* Sono gradite eventuali segnalazioni e/o immagini da parte di esperti e appassionati. G.C.
(Work in progress…)
Lecce, Veglione della Stampa, Teatro Fiamma, Sabato 15 Febbraio 1958.
* Questa eccezionale presenza di Modugno a Lecce avviene dopo appena due settimane dalla vittoria al Festival di Sanremo con “Nel blu dipinto di blu” (“Volare”).
Grazie alla cortesia dell’amico Dott. Rino Bianco e dei Sigg. Paolo Torsello e Antonio Calsolaro di Alessano, ritrovo un importante articolo comparso sul Quotidiano di Lecce, in data 5.11.1992, a firma di Antonio De Pascali (mio caro amico, con il quale collaborai, nello stesso periodo, per la realizzazione dei servizi speciali su Poggiardo e Vaste), dal titolo: “L’Alessano segreta di Mister Volare. I suoi amici, il primo amore, i vecchi ricordi. Nessuno ci crede ma Domenico Modugno trascorse la fanciullezza nel paese” ed un altro, a firma di Nicola Sbisà, comparso successivamente su La Gazzetta del Mezzogiorno (14.X.2008), dal titolo “La parentesi salentina di Domenico Modugno. Un soggiorno lungo ad Alessano e i primi contatti con la musica”, che riporto qui di seguito, con la trascrizione completa del primo importantissimo articolo, che mi riservo di commentare, dato che l’intervistato, Maurizio Torsello, caro indimenticabile e simpaticissimo amico, assieme alla moglie ed ai figli Germano, Alessandro e Davide, abitava nel mio stesso palazzo a Lecce, in Via Gabriele D’Annunzio, 75.
Ing. Gianni Carluccio.
L’Alessano segreta di Mister Volare.
I suoi amici il primo amore i vecchi ricordi.
Nessuno vi crede ma Domenico Modugno trascorse la fanciullezza nel paese.
di Antonio De Pascali
Quando salì sul palco del Casinò quel giovane vestito di bianco, coi baffetti alla D’Artagnan e con quelle lunghissime braccia che apriva per chiudervi il mondo, mezza Alessano, quella presente in quella sera d’inverno di fine anni Cinquanta davanti all’unica televisione del paese, ebbe un colpo al cuore e scoppiò a piangere. I pianti furono ancora più forti poi quando quel giovane col vestito bianco sbaragliò mostri sacri come Nilla Pizzi e Claudio Villa e con la sua canzone, urlata come mai s’era udito in Italia, vinse quella sera il Festival di Sanremo. “Volare” era il titolo di quella canzone e Domenico Modugno si chiamava quel giovane dal vestito bianco.
“Volare” da quel giorno iniziò a girare il mondo e con la canzone girava pure quel giovane dal vestito bianco e dalle braccia lunghe: “Mister Volare”, così lo chiamavano. Da quel giorno sarebbe stata la canzone italiana più conosciuta nel mondo e quel giovane il cantautore nostrano più apprezzato in ogni angolo della Terra. Ad Alessano frattanto i più fortunati, quelli che avevano assistito al Festival davanti all’enorme televisore in bianco e nero, raggiunsero familiari ed amici spargendo la voce: “Domenico Modugno, Mimmo, Mimmuzzo, aveva vinto il Festival di Sanremo”: “Non è possibile, proprio lui, ma quando, dove, davvero?”.
Ed era proprio vero: Mimmuzzo aveva vinto ed aveva spaccato il mondo ed al mondo bisognava ora raccontare che quell’eroe, l’autore di quella canzone che subito dopo la vittoria s’incollò sulla bocca di tutti non era siciliano, come dicevano i più, e non era neanche barese, di Polignano a Mare, dove certamente era stato, ma dove non era mai vissuto, e neanche tanto era brindisino perché a San Pietro Vernotico aveva vissuto solo la prima infanzia.
No: Mimmo la sua giovinezza l’aveva vissuta ad Alessano e tutti dovevano sapere che in quello sconosciuto paese del Capo di Leuca Mister Volare aveva trascorso indubbiamente gli anni più belli della sua vita.
“Già, furono veramente gli anni più belli della sua vita quelli trascorsi ad Alessano, il decennio precedente la Seconda Guerra mondiale, anche se per noi alessanesi è una pena raccontarlo perché poi nessuno ci crede”.
A raccontare è Maurizio Torsello, alessanese di nascita, leccese di adozione, professione assicuratore, e si eccita sempre più nel rievocare la storia. Finalmente, forse, è venuto il momento della giustizia e tutti, finalmente tutti, potranno sapere e capire. “E’ veramente un problema convincere la gente che il grande Domenico Modugno, il Mimmo nazionale, ha vissuto ad Alessano”, continua. “Per me è mio fratello Corrado, che con Mimmo poi siamo stati praticamente inseparabili a volte diventa veramente una pena e non possiamo farci nulla”.
Erano dunque i primissimi anni Trenta e tra le stradine del paese s’iniziò a vedere sempre più di frequente un ragazzino che tutti più tardi seppero essere il nipote del maresciallo della locale stazione dei Carabinieri. Domenico Modugno si chiamava quel giovane, come lo zio maresciallo, e viveva con lui e con la moglie che di figli il destino non s’era preoccupato di dargliene.
“Pian piano quel giovane, simpatico ed estroverso com’era, fece amicizia con me, con mio fratello e con il nostro gruppo”, continua Maurizio Torsello, “una combriccola di ragazzi che aveva come punto di riferimento il “salone” di mesciu Vincenzo, Vincenzo Calzolaro, barbiere, gran conoscitore di musica, riferimento dei “musicanti” di Alessano che nella sua sala da barba raccoglieva a provare e riprovare le canzoni di successo che si ascoltava alla radio. Mimmo aveva intorno ai dieci, dodici anni, conosceva benissimo la musica, suonava una fisarmonica a 24 bassi e componeva già decine di mazurche e serenate che cantavamo tra noi”.
“Eravamo un complesso perfetto noi del salone di mesciu Vincenzo: suonavamo tutti gli strumenti e poi c’erano le voci soliste, tra cui il sottoscritto. Mimmo si divideva tra noi, i viaggi giornalieri a Lecce per seguire le lezioni di ragioneria, lezioni che come lo studio in verità non amava molto, il primo flirt con la fidanzatina Imperia Vasquez”.
“Trascorremmo tutti insieme gli anni prima della guerra”, continua Maurizio Torsello, “e furono anni bellissimi. – Qualche ricordo particolare? – I viaggi a Novaglie d’estate a fare il bagno in più di dieci sul mio carretto, trainato dall’asino Però, e le continue soste nelle campagne a rubare fichi ai contadini. La contorsionista Anna che venne a seguito di un circo in paese: era così bella che tutti ce ne innamorammo e lui pure. Cantava sempre una canzone che gli ricordava quel nome e quella ragazza – Ricordi Anna? – mi disse trent’anni dopo quando andai a vederlo alla rappresentazione di “Rinaldo in campo” e mentre ci incamminavamo verso casa mia perché vedesse mio figlio cantava e ricantava una canzone dal titolo “Anna”, tanto in voga negli anni Trenta, la stessa canzone che cantammo decine di volte a quella ragazzina che ci aveva fatto innamorare”.
“Arrivò poi il ’39 ed io feci domanda per partire volontario in guerra – avevo sedici anni – per cui la nostra unione finì. Mia madre, per distogliermi dalla guerra, sperando che non partissi, mi fece comprare da Mimmo una fisarmonica a 120 bassi, praticamente un gioiello, e Mimmo la suonava sempre. Ma non c’era niente da fare: volevo partire. La chiamata alle armi però tardava ed aumentavano sempre più le cene d’addio che io davo con gli amici. Una sera ci ubriacammo così tanto che mio fratello rifilò un pugno così forte a Mimmo e questi era così ubriaco che non vedendoci più per il gonfiore era convinto di aver perduto l’occhio per terra e si mise a cercarlo disteso per terra ed ancora sarebbe lì se non lo avessero trascinato via”.
“Poi io partii e partì pure lui da Alessano perché lo zio fu trasferito. Ma i ricordi e gli affetti li aveva lasciati in paese ed appena poteva vi ritornava. Sino alla fine della guerra, comunque, quando a Torino entrò nel mondo della musica e diventò presto famoso. Iniziammo a sentirlo alla radio, sempre più spesso, un successo dopo l’altro a ripetizione. Poi volò con la canzone di Sanremo”.
Maurizio Torsello spesso non è creduto quando racconta di Mimmo e della loro amicizia. E non sono creduti gli alessanesi quando ai forestieri ne parlano con orgoglio ed amore. I più anziani ricordano ancora tutti quel ragazzo magro e gentile, che di voglia di studiare non ne aveva poi tanta, che tra le stradine andava sempre in giro. Non bisogna farne poi molti di sforzi per incamminarsi tra quelle stesse stradine e lasciarsi andare alla musica ed alle parole: tra quelle stradine, di sera, “Un uomo in frac” saprebbe benissimo dove andare.[* Trascrizione a cura dell’Ing. Gianni Carluccio].
work in progress….
DOMENICO MODUGNO – BIBLIOGRAFIA
(VOLUMI PRESENTI NELL’ARCHIVIO CARLUCCIO)
COMMENTI
Adriana Schipa il 9 febbraio 2013 alle 22:46 scrive:
Oltre alla profonda stima e ammirazione ci lega alla famiglia Modugno una lunga amicizia che ci fa apprezzare ancora di più il tuo prezioso lavoro di documentazione su di lui e sulle altre grandi personalità artistiche pugliesi che portano il nostro miglior valore nel mondo. Grazie ancora!
Adriana e Tito Schipa Jr.
G. Carluccio il 9 febbraio 2013 alle 23:17 scrive:
Meraviglioso…
Oggi ho fatto delle interessanti foto a Polignano a Mare, la bella città natale di Domenico Modugno e domani saró a San Pietro Vernotico, il suo “paese”, dove si è formato culturalmente e dove ha vissuto per 15 anni, prima di spiccare il volo…
Metterò qualche foto sul sito appena possible.
Grazie a Tito per avermi dato la possibilità di incontrare il caro e bravo Marcello Modugno e grazie ad Adriana (nata in Sicilia, come Franca Gandolfi) per avermi reso partecipe di tanti bei ricordi.
Grazie, grazie ancora!
Baci, Gianni
C. Blasi il 15 febbraio 2013 alle 16:30 scrive:
Ottimo lavoro, ammiro il vostro impegno nel diffondere un nome che ha appassionato la storia di molti italiani : Domenico Modugno.
Poco noto, invece, è il paese in cui è vissuto, San Pietro Vernotico. Spero che dopo questo articolo San Pietro diventi un paese noto, dato che Domenico Modugno ha trascorso la sua infanzia.
Saluti, Cristian.
G. Carluccio il 15 febbraio 2013 alle 17:04 scrive:
Grazie, caro Cristian, era doveroso da parte mia fare qualcosa x il grande Mimmo. Sta ora a voi ragazzi sampietrani non disperderne la memoria.
Un abbraccio e grazie,
Prof. Gianni Carluccio
Mattia Tafuro il 15 febbraio 2013 alle 17:33 scrive:
Professore davvero un bel lavoro….. e come direbbe Domenico Modugno: MERAVIGLIOSO!
G. Carluccio il 15 febbraio 2013 alle 18:05 scrive:
Grazie caro Mattia, sono felice x il lavoro fatto, grazie soprattutto a te! La pianta topografica di San Pietro ed il vostro aiuto sono stati fondamentali.
Prof. Gianni Carluccio
Alemanno Piero il 15 febbraio 2013 alle 19:39 scrive:
realizzare questo lavoro è stato davvero originale e serve a trasmettere a noi giovani la storia di personaggi appartenuti al nostro paese e a conoscere luoghi ed edifici che hanno cambiato il loro aspetto e la loro destinazione nel tempo.
G. Carluccio il 15 febbraio 2013 alle 20:10 scrive:
sono d’accordo, speriamo sia di buon auspicio.
Principessinaole il 16 febbraio 2013 alle 16:06 scrive:
era un grande e vorrei iscrivermi al fans club del grande MIMMO MODUGNO che fare in attesa di una risposta via mail saluta e ringrazia principessinaole@libero.it
G. Carluccio il 16 febbraio 2013 alle 19:58 scrive:
Cara Principessina,
ti ringrazio x il bel messaggio. Per l’iscrizione al club o associazione devo chiedere istruzioni al nipote Mimì e poi ti faccio sapere via e-mail.
Cordiali saluti,
Gianni
Vittorio Ligorio il 22 febbraio 2013 alle 14:32 scrive:
Ottimo lavoro, veramente interessante ed esaustivo. Trasmette tanta voglia di venire a S. Pietro per visitare tutti i luoghi che magicamente hanno trasmesso quella carica al maestro Modugno, nonostante fossero anni difficili, anche quelli! E’ bello inoltre poter apprezzare ancora di più il fatto che un così grande protagonista del nostro tempo si sia appunto formato a S. Pietro, Brindisi, Puglia… giusto slancio per noi che siamo parte di questa amata terra! Grazie e in bocca al lupo Prof., sarebbe un piacere incontrarla.
Vittorio Ligorio il 22 febbraio 2013 alle 14:41 scrive:
Davvero tantissimi complimenti, lavoro interessante ed esaustivo, tante belle cose da vedere dal vivo. Ed è soprattutto interessante immaginare che la magica carica ad un così fantastico protagonista del nostro tempo sia partita da questi bei “nostri” luoghi; S. Pietro, Brindisi, Puglia, che onore… grazie ancora Prof. spero di riuscire ad incontrarla.
G. Carluccio il 22 febbraio 2013 alle 16:42 scrive:
Gentilissimo Vittorio,
mi fa molto piacere che abbia trovato il mio lavoro interessante e la ringrazio. Domenico Modugno era un grandissimo e molti ancora, purtroppo, non si sono resi conto che era un Salentino doc, uno dei più grandi assieme a Quinto Ennio, Tito Schipa e Carmelo Bene, come vado ripetendo da anni…
Gianni Carluccio
Roberto Mariano il 26 febbraio 2013 alle 09:26 scrive:
Stupendo lavoro. Troppo generoso nei miei confronti. Grazie di cuore.
G. Carluccio il 26 febbraio 2013 alle 12:22 scrive:
Carissimo Roberto,
sei stato gentilissimo assieme ai tuoi colleghi Vigili Urbani di San Pietro Vernotico e ti ringrazio ancora, con l’augurio di poterci incontrare ancora.
Gianni Carluccio
Francesco Salice il 7 marzo 2013 alle 21:41 scrive:
Professore approfitto dell’occasione per salutarla (sono stato un suo alunno) e per complimentarmi per questo meraviglioso ed unico lavoro fotografico sulla vita di Domenico Modugno; un contributo significativo che rende ancora viva la memoria dei grandi Personaggi del nostro Salento!!!
Ovviamente non posso dimenticare che grazie a lei tutti i suoi alunni, compresi i miei coetanei che ancora ho modo di risentire, ricorderanno chi è stato Tito Schipa.
Grazie al Professore Carluccio.
Con simpatia e stima, cordialmente – Francesco.
G. Carluccio il 7 marzo 2013 alle 22:43 scrive:
Grazie caro Francesco,
sono molto felice che tu possa apprezzare ancora il mio lavoro e che vi possiate ricordare del grande Tito Schipa.
Un abbraccio dal tuo Prof., anche agli altri miei alunni, non appena avrai modo di sentirli.
Siete sempre nel mio cuore, come tutti i miei cari alunni!
Gianni Carluccio
Stefania Rossella Grassi il 29 aprile 2014 alle 14:12 scrive:
La sua meravigliosa voce mi ha ispirata..
un film “L’uomo in Frac”
Poesia innestata in un mondo molto reale ma con contaminazioni surreali; struggenti connessioni e sconnessioni temporali tra realtà e immaginario. Il tutto all’ombra di un costante senso catartico di morte. Uno struggimento narrato attraverso il “Meraviglioso” universo di una voce spenta e una voce che non si spegnerà mai; quella di Domenico Modugno . La fotografia è delicata, poetica a tratti sognante. La scansione delle inquadrature viene narrata, essenzialmente, da due punti macchina principali: il passato in bianco e nero ed il presente, caldo ed intenso alla “Grande Bellezza”.
G. Carluccio il 29 aprile 2014 alle 14:28 scrive:
Grazie cara Stefania per questa bella testimonianza e per il tuo prezioso lavoro, sperando che quello che ho riportato su questo sito possa esserti d’aiuto.
Un abbraccio, Gianni Carluccio
GIUSEPPE GRECO il 12 febbraio 2015 alle 18:41 scrive:
BELLO TUTTO,…COMPLIMENTI,….MA NON è ESATTA LA FOTO IN CUI SI INDICA ,,LU FRASULINU,,…QUELLO IN FOTO SI CHIAMAVA CARMELO,UN DISABILE DEL PAESE
G. Carluccio il 14 febbraio 2015 alle 09:52 scrive:
Caro Giuseppe,
ti ringrazio per i complimenti. Per quanto riguarda “Frasulino”, se guardi bene quello che ho scritto, io non ho detto che è “Frasulino” ma che “ricorda” il famoso “Frasulino” (mi avevano avvertito nel momento in cui ho fatto la foto a San Pietro Vernotico). Comunque mi fa piacere che hai precisato il nome: si tratta dunque del simpatico Carmelo.
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